L'amore per il nostro lavoro

“Mi piace fare il vino...."

“Mi piace fare il vino. Perché il vino è l’unico prodotto derivato dalla coltivazione della terra, insieme forse ai formaggi, che eleva l’agricoltura e l’agricoltore ponendolo all’unico livello sociale che gli spetta: il più alto.”

Sì, perché spesso nella società si tende a declassare professioni come quella del contadino definendole semplicemente ‘bassa manovalanza’ e relegando l’agricoltore ad un gradino della scala sociale troppo basso. Si tende a innalzare sempre il mito dell’eroe e del materialismo. Miti che appaiono vuoti e privi di sostanza.

Ma forse è proprio perché l’importanza del lavoro svolto da chi coltiva la terra sta alla base del miracolo della vita che oggi alla massa tutto questo appare poco chiaro e non evidente. Abbiamo troppo, e non sappiamo più da dove viene. Cosi analizzando meglio quelli che sono i beni primari per l’uomo ci rendiamo conto che il cibo è una necessità dalla quale nessuno può prescindere. Ecco chi è davvero il contadino: un intellettuale della terra, colui che da la vita.

Il vino invece è sempre stato avvolto da un alone di miticità e leggenda dando al viticoltore la giusta visibilità per il suo lavoro e valorizzandone gli sforzi. Ma credo comunque che quante siano le albe viste da chi lavora la vigna nessuno lo sappia davvero e quanto faccia male la schiena durante una giornata di campagna in pochi l’abbiano sentito.

E poi il vino è comunicazione. Ogni volta che stappiamo una bottiglia versiamo nel bicchiere una storia. La storia di chi quel vino l’ha voluto, ci ha creduto o gli è stato tramandato. E ogni sorso serve per arricchirci. Come quando si conosce una persona nuova. Perché non esiste un vino che non rispecchi completamente la personalità di chi l’ha prodotto.