4 stagioni, un unico obiettivo

In inverno, la pazienza

La pazienza di chi sa che la vita deve seguire il suo ciclo e presto tornerà ad esplodere. La meticolosità nella potatura e la cura dei dettagli. Giornate corte e fredde in cui il vino, come la natura, dorme e il crepitio del fuoco della casa diventa vero e proprio rifugio per il contadino.

In primavera, la gioia

La gioia di sentire di nuovo la linfa scorrere nelle piante sancita dal pianto della vigna. Il risveglio vegetativo e il ritorno della vita nelle campagne. Le giornate si allungano e il sole riscalda la pelle. Si può indugiare qualche minuto in più fuori dall’uscio e infervora il lavoro di preparazione per la bella stagione.

In estate, la fatica

Non c’è tregua in estate. La natura si mostra al massimo della sua imponenza e la mano dell’uomo non può che ascoltarla, rispettarla e cercare di interpretarla. È qui che il viticoltore stringe un rapporto con le proprie vigne: un rapporto di dare e avere per cui la buona cura di ogni singolo grappolo darà una buon frutto a fine ciclo.

In autunno, la verità

L’autunno arriva, non ha regole ed è una gioia immensa. Bisogna essere davvero pronti ad accoglierlo. È la stagione in cui si raccolgono i frutti del lavoro fatto, la stagione in cui si può gioire per la soddisfazione o piangere, perché non tutte le annate sono generose. La qualità della vendemmia rivelerà le aspettative sul futuro del nuovo vino e una volta terminata la raccolta e la vinificazione arriverà il momento per lasciarsi andare e guardarsi un po’ indietro. Il momento in cui analizzare la strada fatta e quella che ancora c’è da fare.